Trento e Trieste
Memorie nuova serie, 2 (2014)

Percorsi degli italiani d'Austria dal '48 all'annessione

a cura di Fabrizio Rasera
In onore di Livio Caffieri

 

«"Trento - Trieste": le due sorelle siamesi della retorica tradizionale. Occorre decidersi a tagliare l'escrescenza teratologica che le unisce: non vi sono, a crearle apposta, due cose più essenzialmente diverse: per fondo storico, etnico, economico, negli stimoli, nelle resistenze ecc. ecc.». Così Angelo Vivante quasi ad apertura del suo "Irredentismo adriatico" (1912). Quasi contemporaneamente Scipio Slataper ragionava, sulle pagine de «La Voce Trentina» (novembre 1911), sulla distanza «reale, storica, spirituale, politica che ci separa, e che è molto più grave e più profonda di quella geografica», nella prospettiva però di una crescente integrazione. L'approccio critico comune ai due intellettuali triestini, nel segnalare la debolezza di un luogo comune, ne presupponeva peraltro la consolidata fortuna. Il fatidico binomio, emblema della rivendicazione irredentistica, avrebbe assunto di lì a poco il carattere di obiettivo essenziale dell'intervento italiano nel grande conflitto europeo.

Diversità e analogie, nessi politici, circolarità di uomini e idee dentro una vicenda storica comunque comune: intorno a questa tematica si è costruito il progetto del convegno "Trento e Trieste: percorsi degli italiani d'Austria dal '48 all'annessione", promosso dall'Accademia degli Agiati e svoltosi a Rovereto nei giorni 1,2, 3 dicembre 2011. L'anno era quello delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia e l'iniziativa si proponeva, tra l'altro, di fornire un contributo originale a una ricorrenza che aveva assunto significati civili e politici non solo rituali. Prospettiva interdisciplinare; sguardo non localistico; incontro di diverse generazioni di studiosi: a questi tratti che ne caratterizzavano l'impostazione il convegno ha tenuto fede, nel riuscito intreccio delle numerose relazioni e nel dibattito che le ha accompagnate.

Convegno e libro hanno un'origine felicemente "occasionale" nella volontà di onorare Livio Caffieri, a lungo presidente dell'Accademia roveretana e ora suo Presidente emerito. Per festeggiarlo e ringraziarlo del fecondo impegno gli è dedicata quest'opera che ha al centro un tema molto vicino alla sua sensibilità culturale e alla sua biografia di triestino roveretano.

 

 

 

Documenti da scaricare