Oltre il piacere, oltre il dovere: la virtù. Da Aristotele ai contemporanei | YouTube

Assistiamo alla superficiale opposizione di effimeri e voraci piaceri a irriflessi doveri. I piaceri sono immortalati, ribaditi, diventano motivo di vanto e di compiacimento su tutti i social; i doveri vengono assunti senza interrogazione, senza possibilità di discussione o dubbio, come se la nostra felicità fosse ad essi vincolata e sospesa.
La lezione di Aristotele ci può aiutare a riconoscere l’importanza di entrambi, piacere e dovere, ma non il dominio. Il suo invito è a cercare la felicità nell’azione secondo virtù, cioè secondo la razionalità che è propria dell’uomo e designa la sua natura. Il piacere e il dovere, riconosciuti dalla polis e condivisi dai concittadini, non sono trascurabili, ma non costituiscono fini ultimi, sono luoghi da attraversare, non mete.

Si propone un dialogo tra l’antico e la contemporaneità attraverso la mediazione che Philippa Foot e Amartya Sen hanno fornito.
La ricerca della Foot, ispirata all’etica aristotelica, e i suoi celebri esperimenti mentali sollecitano ancora alla riflessione morale e alla messa in discussione delle nostre intuizioni e certezze. Di fronte alla possibilità di agire per salvare la vita di cinque persone sacrificandone una, come si conciliano il nostro senso del dovere con la tendenza a massimizzare il piacere?
Quanto a Sen, Premio Nobel per l’economia, egli ha riconosciuto ad Aristotele il merito di aver capito che gli uomini sono razionali, nella misura in cui hanno l’opportunità di fare ciò che reputano apprezzabile fare e di essere ciò che ritengono abbia valore, per loro, essere. E proprio in questo consisterebbe il proprio bene, la propria vita buona.

• Venerdì 3 marzo | ore 17.00

Carlo Natali - Università Ca' Foscari di Venezia
Aristotele e la formazione del buon cittadino: etica e politica

Alessandro Stavru - Università di Verona
Aristotele, la virtù, il piacere e la felicità