Assemblea annuale ordinaria del Corpo accademico 2022

 

Come da tradizione, nel corso dell'Assemblea annuale del Corpo accademico sono stati presentati i soci aggregati nel 2021.


I nuovi membri dell'Accademia Roveretana degli Agiati sono:

 

Bruno Ballardini

Quello di Bruno Ballardini non è il profilo classico dello studioso, ma piuttosto del cittadino impegnato nella società civile e nella politica, con ruoli di rilievo e con una costante, quasi privilegiata attenzione alla dimensione culturale in senso lato. Avvocato di professione (esercita da oltre mezzo secolo), rappresenta bene la tradizione civilmente impegnata dell’ambiente forense roveretano. Nella vita politica ha avuto un ruolo importante nell’amministrazione del Comune di Rovereto: consigliere comunale per più mandati, è stato sindaco dal 1996 al 2000. Restando all’ambito culturale, sono gli anni del deciso avvio dei lavori di edificazione del Polo culturale di Corso Bettini, del trasferimento del Museo Civico in Palazzo Parolari e dell’avvio di una nuova età della sua storia, della prima impostazione dei restauri di altri luoghi simbolo della città. Tra gli altri rilevanti incarichi amministrativi di Ballardini si segnala la vicepresidenza dell’Orchestra regionale Haydn. La passione per la musica e l’organizzazione della vita musicale è uno dei tratti della biografia di Ballardini, fino dal suo apporto giovanile ai concerti roveretani di Arturo Benedetti Michelangeli. A questa passione è legato anche il ruolo che ha svolto e svolge nel Centro Studi Zandonai, di cui è fondatore e presidente dal 2010. Il Centro Studi ha realizzato iniziative di rilievo assoluto, in stretta collaborazione con la nostra Accademia in particolare per la parte editoriale e convegnistica. Bruno Ballardini è stato, negli ormai lontani anni Sessanta, uno degli animatori del circolo Cultura Viva. Negli anni ’83-’86 è stato uno dei protagonisti del Circolo Città e Cultura, che ha avuto un ruolo significativo nella discussione sui lineamenti del nuovo museo d’arte. In sintesi, è stato ed è uno dei protagonisti attivi di un dibattito cittadino, provinciale e regionale che è espressione e insieme condizione di una società civile e colta.



Paolo Delama

Paolo Delama è persona rara nel mondo della musica. Capace di coniugare con sapienza ed equilibrio in vari campi dell’esecuzione, analisi, comunicazione, gestione e organizzazione degli eventi connessi all’atto creativo, possiede l’altrettanto preziosa capacità di disciplinare severamente il lavoro e l’impegno personale. La sua attività nel settore musicale è ampia, come articolato e complesso è il campo d’azione della musica nel mondo di oggi. Cresciuto fra le regole e l’imprescindibile severità e rigore dello studio dell’organo (e connessa composizione organistica), Paolo Delama ha saputo conservare e incrementare le proprie capacità esecutive, le curiosità nella lettura delle opere dei grandi e meno noti compositori (spesso trascritti e pubblicati in apprezzati volumi), spendendo la sua passione anche a favore di una crescita e di un rinnovamento della musica sacra in un momento di grande problematicità come quello apertosi dopo il Concilio Vaticano Secondo. Grazie al suo lavoro, iniziato nel 1991 presso l’Ufficio Musica Sacra dell’Arcidiocesi di Trento, il ricco patrimonio organario della provincia di Trento è stato non solo catalogato scientificamente, ma restaurato, arricchito di nuovi manufatti e valorizzato attraverso iniziative concertistiche e registrazioni. Il canto e il suono dell’organo nelle chiese, e soprattutto nella Cattedrale, hanno conservato la loro importanza e solennità, alimentati da un sempre attivo impegno nell’Istituto Diocesano di Musica Sacra da lui diretto; la conoscenza e il riascolto dei grandi capolavori della Musica sacra nel Trentino-Alto Adige si sono alimentati con vigore grazie alla Presidenza del Festival Regionale di Musica Sacra (assunta da Paolo Delama nel 2011) e alla sua presenza nell’Associazione organistica “Renato Lunelli”.



Raffaella Colbacchini

Dal 1995 lavora presso la Soprintendenza per i Beni Culturali – Ufficio beni storico artistici con mansioni di funzionario di catalogazione. Nell’ambito dell’attività della Soprintendenza ha partecipato a numerosi convegni e conferenze in qualità di relatore, presentando risultati di lavoro di restauro e studi ad essi collegati e trattando in particolare argomenti nell’ambito della scultura lignea medievale e moderna. In Soprintendenza svolge attività di studio e tutela su molteplici tipologie di beni, dalle opere d’arte alle armi, dalle campagne agli oggetti d’arredo, che hanno contribuito allo sviluppo di una professionalità piuttosto eclettica. Dal 2020 è socia della Società Studi Trentini di Scienze Storiche.



Elena Dai Prà

Elena Dai Prà, Professoressa Associata di Geografia presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento, è titolare dei corsi di Geografia, Geografia storica e Geografia e programmazione strategica degli spazi turistici. Esperta in storia del pensiero geografico, cartografia storica e geografia storica applicata alla programmazione territoriale sostenibile. Dall'ottobre 2019 è Direttrice del Centro Geo-Cartografico di Studio e Documentazione di Rovereto e referente scientifico di numerosi progetti, tra cui quello con l’APSS di Trento per la quale, attraverso i sistemi informativi geografici (GIS), sono state realizzate le carte sullo stato evolutivo della pandemia da COVID-19 in Provincia di Trento. È anche membro dei consigli scientifici di numerosi sodalizi geografici e riviste accademiche, Presidentessa dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, sezione Trentino-Alto Adige e Coordinatrice della Sezione Fonti geostoriche applicate del Centro Italiano per gli Studi Storico-Geografici. Ha pubblicato numerose monografie e articoli scientifici di impronta geografico-storica e di storia della cartografia; recentemente, si è dedicata alla riscoperta della figura di Cesare Battisti quale studioso di geografia. Elena Dai Prà svolge da anni ormai un’attività di notevole rilevanza scientifica in particolare nell’ambito della geografia storica e della valorizzazione del paesaggio storico, anche in area trentina. È grazie all’iniziativa di Elena Dai Prà e alla sua capacità di fare rete che è stato possibile dare vita, nel 2019, a Rovereto, presso Palazzo Alberti Poja, al Geco-Centro geo-cartografico di studio e documentazione, un ente istituito congiuntamente dall’Università di Trento, dal Comune di Rovereto e dalla Provincia autonoma di Trento. Il centro, tra l’altro, coinvolge e forma vari giovani ricercatori. Elena Dal Prà, che ne è stata l’ideatrice, è l’attuale direttrice del Centro geo-cartografico.



Roberta Dapunt

Nativa di Badia, dove ancora risiede con il marito e le figlie nel maso di famiglia, Roberta Dapunt ha iniziato molto giovane a comporre versi e, con il tempo, ha continuato a coltivare la poesia per raccontare di sé, della sua vita e della terra dove è nata. Prima in ladino, che è la sua lingua madre, ma poi anche in tedesco e in italiano, lingue che lei ha definito «lingue ovvie». È annoverata fra le voci più importanti e incisive della lirica contemporanea italiana. Ha pubblicato raccolte che vengono di continuo ristampate a riprova che la parola poetica – purché profonda e altamente meditata – ha i suoi lettori attenti e fedeli e conserva una propria inconfondibile atemporale attualità. L’editore di riferimento per Roberta Dapunt in
Italia è Einaudi, per il mondo di lingua tedesca Folio Verlag. Con la sua opera, «Sincope» nel 2018 ha riscosso l’entusiasmo della critica letteraria e vinto il premio Viareggio-Rèpaci. Costanti nel tempo i suoi rapporti con Rovereto e il Trentino. Non contando le numerose presenze per letture e presentazioni e le collaborazioni a eventi, va ricordata la sua recente partecipazione, nel novembre 2020, alla 27° giornata mondiale dedicata alla malattia di Alzheimer organizzata da Aima Rovereto onlus. Le Beatitudini della malattia. Quando l’Alzheimer diventa poesia: con questo titolo Dapunt ha presentato una serie di componimenti dedicati al tema della malattia, da lei ben conosciuta perché ne ha sofferto la madre. Il Laboratorio di Storia di Rovereto, inoltre, nel 2021 ha predisposto come omaggio per i propri soci – per ricordare il trentesimo compleanno del Laboratorio - una copia del libro di Roberta Dapunt uscito in edizione limitata Voce del verbo essere umano. In esso sono raccolti i versi letti in occasione della presentazione dell’opera Cosa videro quegli occhi! Uomini e donne in guerra. 1913-1920.


Maddalena Di Tolla Deflorian

Giornalista molto impegnata nella divulgazione dell’ecologia (come scienza), delle problematiche ambientali, delle scoperte scientifiche (come processo sociale), dei diritti degli umani e degli animali. Si occupa di connessioni ecologiche e di biodiversità, di sviluppo sostenibile del territorio o questioni economiche correlate, in particolare nelle aree alpine o montuose. Come interprete (è di madrelingua tedesca) lavora sui alcuni temi in particolare: energia, rifiuti, cambiamento climatico, biodiversità e aree protette. Il fulcro delle sue attività è in particolare la biodiversità delle zone umide, delle aree forestali e montuose e dell’avifauna. Tutte queste tematiche rientrano senza dubbio tra le finalità dell’Accademia Roveretana degli Agiati e della Fondazione Cornel.

 

Francesca Fedi

Francesca Fedi (Pisa, 12 luglio 1961) si è laureata in Letteratura Italiana all’Università di Pisa e ha conseguito il titolo di Perfezionamento (Dottorato di Ricerca) presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra il 1991 e il 1998 ha svolto attività di ricerca ad Oxford (borsista presso il St. John’s College), Zurigo (Universität Zürich, assistente alla cattedra di Letteratura Italiana; ETH-Politecnico Federale, Hilfsassistentin alla cattedra di Letteratura Italiana), Arezzo (borsa post-doc all’Università di Siena, Facoltà di Lettere e Filosofia, sede di Arezzo). È stata ricercatrice e poi professoressa associata (SSD L-FIL-LET-10) presso la Facoltà di Lettere (poi Dipartimento LASS) dell’Università di Parma (1998-2012). Dal 2013 è professoressa (PO dal dicembre 2019) presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa. Dal 2014 al 2019 ha svolto, per Decreto Rettorale, il ruolo di CAI (Coordinatore per l’Area Internazionale) per il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica. Dal 2019 è membro del Presidio della Qualità dell’Ateneo. È membro del Comitato di redazione delle Pubblicazioni del Centro Studi sul Classicismo (San Gimignano, ora Prato). Fa parte del Comitato Scientifico delle riviste “Seicento e Settecento” (fascia A Anvur, settore 10 F/1); “Italianistica” (fascia A Anvur, settore 10 F/1). Fa parte del Comitato Scientifico della Collana “Palinsesti. Studi e testi di Letteratura Italiana” (Milano, LED); dei “Carteggi di Gianmaria Mazzucchelli” (Torre d’Ercole, Brescia); della Collana “Alambicchi: Collana di Studi sul Settecento” (Avellino, Edizioni Sinestesie); della Collana “Viaggi per Scene in Movimento” (Pisa, Pisa University Press). È socia dell’ADI (Associazione degli Italianisti) e della Società di Studi sul Secolo XVIII.



Luca Gabrielli

Laureato in Storia e conservazione dei beni architettonici e ambientali presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ha conseguito nel 2004 il titolo di Conservatore dei beni architettonici e ambientali. Dal 2020 è direttore dell’Ufficio per i beni storico-artistici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento. In precedenza è stato funzionario dell’Ufficio beni architettonici della medesima Soprintendenza, occupandosi del coordinamento del centro di catalogazione architettonica e delle attività legate allo sviluppo del sistema informatico dei beni culturali SBC. Per la Soprintendenza ha inoltre curato le attività della Rete dei castelli del Trentino. Tra il 2004 e il 2016 ha operato presso il Museo delle Scienze di Trento, dapprima come assistente curatore e poi come funzionario responsabile del Museo dell’Aeronautica “Gianni Caproni”. È autore di pubblicazioni monografiche – tra cui si segnala in particolare il volume Il Magno Palazzo del Cardinale Bernardo Cles. Architettura ed arti decorative nei documenti di un cantiere rinascimentale, edito nel 2004 dalla Società di Studi Trentini di Scienze Storiche- e di studi pubblicati in atti e convegni, cataloghi di mostre e riviste, inerenti principalmente temi di storia dell’architettura e delle arti figurative nel territorio regionale fra la prima età moderna e l’età contemporanea. Componente della direzione della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche a partire dal 2007, dirige dal 2016 la rivista “Studi Trentini. Arte”.

 

Renzo Girardello

Ha dedicato la professione di medico alla cura e assistenza delle persone anziane. Ha sempre svolto attività assistenziale ricoprendo come medico geriatra posizioni di responsabilità crescente fino a diventare attuale Direttore dell’Unità operativa di Geriatria di Rovereto e Direttore Unità operativa di Geriatria di Trento dell’Azienda Provinciale dei Servizi di Trento. Si è poi occupato di formazione e di bioetica all’interno di APSS di Trento. Accanto ad attività di clinico ha ricoperto incarichi organizzativi volti a migliorare e qualificare l’assistenza alle persone anziane, fragili e a rischio di perdita di autonomia della Provincia di Trento.

 

Maria Lieber

Maria Lieber è professore ordinario di Storia delle lingue romanze. Dal 2007 è direttrice dell’Italien-Zentrum dell’Università Tecnica di Dresda e coordinatrice scientifica dell’accordo di scambio bilaterale per la Doppia Laurea con l’Università degli Studi di Trento nonché responsabile scientifica del Partenariato Strategico Technische Universität Dresden - Università degli Studi di Trento. Dal 2006 è socio corrispondente e dal 2016 socio effettivo del Centro di studi muratoriani (Modena). Dal 2010 è anche membro effettivo del Comitato Scientifico del C.R.E.S. (Centro di ricerca sugli Epistolari del Settecento), Università degli Studi di Verona. Nel 2013 Maria Lieber è stata nominata Chevalier dans l’Ordre des Palmes académiques. I suoi principali interessi di ricerca riguardano gli studi sulla cultura del Rinascimento. Si è occupata particolarmente del letterato e erudito Gian Giorgio Trissino, nonché della cultura di corte, particolarmente in Sassonia. Insieme a Fabio Marri ha pubblicato vari articoli e saggi sulle corrispondenze tedesche di L. A. Muratori. Insieme a Serenella Baggio (Trento) dirige un gruppo di ricerca per la digitalizzazione dei manoscritti italiani e francesi scoperti nella SLUB (Biblioteca statale ed universitaria sassone). Si occupa di filologia italiana e francese, di transfer linguistico e culturale, patrimonio linguistico, storia della lingua e linguistica. Ha insegnato nelle Università di Aachen, Bologna, Bremen, La Réunion, Messina, New York, Padova, Roma, Siviglia, Trento e Torino.

 

Carlo Minussi

Carlo Minussi studia la mente umana e la sua complessità e svolge ricerca nel campo delle neuroscienze cognitive con riferimento agli ambiti della plasticità neuronale e corticale della memoria e dell’invecchiamento; questi studi sono fondamentali per capire come il nostro cervello si comporta e quali strategie adotta per contrastare il decadimento delle funzioni dovute alla senilità. In particolare è impegnato nella ricerca per capire se la plasticità cerebrale può essere indotta e modificata per mezzo di campi elettrici indotte in persone adulte sane o con patologie del sistema nervoso centrale. Dal 2016 è Direttore del Centro Interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento con sede a Rovereto. Il centro diretto dal prof. Minussi è una realtà conosciuta a livello internazionale per la ricerca nel campo delle Neuroscienze. Oltre all’attività di ricerca viene svolta un’importante azione di promozione della cultura delle neuroscienze a favore della popolazione locale.

 

Diego Poli

Professore Ordinario di Glottologia e Linguistica, di consolidata fama internazionale (ha svolto periodi di ricerca e di insegnamento a Dublino, Copenaghen, Parigi [Sorbona e all’École pratiques des hautes études], Princeton), Diego Poli è uno studioso di vasti e variegati interessi non circoscritti alla disciplina di specializzazione, e distribuiti lungo un arco temporale che spazia dai primi secoli dell’era volgare al Novecento inoltrato (avanguardie storiche – con particolare attenzione al Futurismo e al roveretano Fortunato Depero - e teorie della comunicazione). Ha diretto, e tuttora dirige, numero riviste specialistiche e collane editoriali. È socio dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti di Venezia.

 

Maurizio Setti

Nel 1983 si è laureato con il massimo dei voti presso la facoltà di Economia e Commercio dell’Università Cattolica S. Cuore di Milano. Nel 1986 ha frequentato il corso post-laurea presso l’Istitut für Weltwirtschaft di Kiel in Germania. Nel 1989 ha conseguito l'abilitazione all’esercizio della professione di Dottore Commercialista e l’iscrizione all’Ordine dei Dottori Commercialisti di Trento e Rovereto e nel Registro dei Revisori Legali. Oltre l’attività professionale, ha pubblicato diversi volumi nell’ambito della contabilità, degli enti no-profit e del terzo settore. Ricopre la carica di revisore o presidente del collegio dei revisori per diversi enti della città di Rovereto e della provincia di Trento, tra cui la Fondazione Museo Civico di Rovereto. Dal 2014 è membro effettivo del collegio dei revisori dei conti dell’Accademia Roveretana degli Agiati.

 

Michele Sisto

Dal 2004 conduce ricerche sulla letteratura tedesca tradotta in Italia, considerandola come parte integrante del repertorio nazionale insieme alle opere degli scrittori italiani. Le sue pubblicazioni si concentrano tanto su scrittori del canone tedesco (Goethe, Georg Büchner, Karl Kraus, Franz Kafka, Gunther Anders, Günter Grass, Christa Wolf) quanto sui loro mediatori in Italia (Benedetto Croce, Giuseppe Prezzolini, Giuseppe Antonio Borgese, Lavinia Mazzucchetti, Cesare Cases, Enrico Filippini, Erich Linder). Ha ideato e coordina il sito web LTit – Letteratura tradotta in Italia (www.ltit.it). È stato coordinatore nazionale del progetto Storia e mappe digitali della letteratura tedesca in Italia nel Novecento: editoria, campo letterario, interferenza. I suoi interessi di ricerca vanno, inoltre, dalla teoria letteraria ai masculinity studies, dalla sociologia della letteratura agli internet studies. È fondatore e direttore della collana Letteratura tradotta in Italia (Quodlibet, con A. Baldini e I. Fantappiè), membro del comitato scientifico delle collane Quadrifoglio tedesco (Mimesis), Alemanna (Mimesis), Wunderkammer (Mimesis) e Studien zur Übersetzungsgeschichte (Steiner). Ha fondato e dirige il blog www.germanistica.net ed è redattore delle riviste «Allegoria» e «tradurre». Ha pubblicato decine di lavori sia in Italia che all'estero. Vanta inoltre un'ottima conoscenza dell'ambiente regionale avendo lavorato per cinque anni al progetto Italia- Germania negli anni Novanta presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento. È presidente della Giuria del Premio Claudio Groff per la traduzione letteraria dal tedesco. Fa inoltre parte del comitato scientifico del convegno organizzato dall'Accademia per le giornate dell'8 e 9 novembre 2021 La traduzione manoscritta o "sommersa" nella cultura europea (1700-1950).

 

 

Francesco Trentini

Francesco Trentini è Ricercatore scientifico per la Direzione regionale Musei Veneto, per cui ha svolto anche il ruolo di curatore. Storico dell’arte, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in “Storia dell’Arte” presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (2010). È stato assegnista di ricerca presso la medesima università (a.a. 2012/2013), ricercatore presso la Fondazione “Giorgio Cini" di Venezia (2005-2011), oltre che “Visiting Scholar” della Facoltà di Teologia del Triveneto (2009-2015) e dal 2016 della “Università Pontificia Antonianum” di Roma. Il suo principale campo d’indagine è la cultura visiva veneta del Cinquecento, intesa come un complesso sistema socio-antropologico. In particolare, Francesco Trentini ha discusso problemi di iconologia contestuale e di significato delle immagini religiose nell’età della Riforma e del Concilio di Trento, approfondendo problematiche legate al nicodemismo, all’impatto delle norme post-Conciliari sull’iconografia religiosa e alla cultura visiva dell’ebraismo cristiano. Ha partecipato in qualità di relatore a molteplici convegni in Italia come all’estero, ha fatto parte di diversi progetti scientifici di rilievo nazionale e internazionale.

 

Ada Vigliani

A partire dal 1982 ha tradotto per varie case editrici (Mondadori, Einaudi, Adelphi, Il Mulino, Zandonai, Marsilio, Sellerio) una cinquantina di opere di autori tedeschi classici e contemporanei (letteratura e filosofia), tra i quali J.W. Goethe, Arthur Schopenhauer, Robert Musil, Elias Canetti, Hermann Broch, Ernst Jünger, Fred Wander, Jan Assmann, Hermann Hesse, Stefan Zweig, W.G. Sebald, Jenny Erpenbeck e Katja Petrowskaja. Per alcuni anni ha insegnato lingua, letteratura tedesca e filosofia al Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino. Ha collaborato con “Tuttolibri - La Stampa” (recensioni di opere di letteratura tedesca tradotte in Italia) e con Adelphi come lettore editoriale. Ha tenuto corsi sull’analisi del testo e sulla traduzione dal tedesco nell’ambito del Master di traduzione editoriale della Scuola Tutteuropa-Torino, nonché workshop e seminari sullo stesso tema alla Casa delle Traduzioni di Roma, alle Giornate della traduzione di Urbino, all’Università di Cagliari e all’Università di Basilea. Ha partecipato a seminari e a incontri internazionali sulla traduzione allo Übersetzerhaus di Looren (CH), al Festival di scrittura e traduzione di Bellinzona, al Literarisches Colloquium di Berlino e allo Europäisches Übersetzer-Kollegium di Straelen (NRW). Sulla traduzione in generale e sui suoi autori (soprattutto su Robert Musil e W.G. Sebald) ha partecipato a convegni e tenuto conferenze presso università italiane (Università di Bergamo, Università Cattolica di Milano, Università La Sapienza di Roma, Università di Trento) e vari istituti culturali (fra l’altro il Forum austriaco di cultura a Roma, il Goethe Institut di Torino, il Centro culturale italo-tedesco di Villa Vigoni, l’Istituto di Studi Germanici di Villa Sciarra e il Gabinetto Vieusseux di Firenze). Sugli stessi temi ha pubblicato articoli e saggi. Per le sue traduzioni ha ricevuto i seguenti riconoscimenti: Premio Agosti-Castellani per W.G. Sebald, Gli anelli di Saturno (2010); Premio italo-tedesco (Goethe Institut) per Katja Petrowskaja, Forse Esther (2015); Premio Nazionale per la traduzione alla carriera (2016); Premio Strega Europeo per Jenny Erpenbeck, Voci del verbo andare (2017). Collabora con l'Accademia, essendo membro della Giuria del Premio Claudio Groff per la traduzione letteraria dal tedesco.

 

 

Chiara Zuanni

Dopo la maturità classica al Liceo Rosmini di Rovereto, ha frequentato l’università di Bologna, conseguendo nel 2008 la laurea triennale in lettere classiche e nel 2010 la laurea magistrale in archeologia. Nel 2016 ha ricevuto il PhD in museologia dall’Università di Manchester. Dal 2012 al 2016 è stata assistente ricercatrice in Digital Heritage all’Università di Manchester. Dal 2016 al 2017 ha ricoperto l’incarico di ricercatrice presso l’Università di Liverpool e il Victoria and Albert Museum di Londra. Dal 2018 è Assistant Professor in Digital Humanities con particolare riguardo al campo della museologia presso l’Austrian Centre for Digital Humanities della Karl-Franzens-Universität di Graz (Austria). Le sue ricerche si concentrano sulle pratiche relative ai dati e ai media digitali nel settore dei beni culturali, sui social media e le culture digitali nelle istituzioni della memoria e sulla creazione e mediazione della conoscenza nei musei.

 

 

 

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